Una sezione dedicata ad approfondimenti sugli infestanti più
diffusi negli ambienti pubblici e privati.
I contenuti sono realizzati in collaborazione con il DI.PRO.VE.S.
(Dipartimento di scienze delle Produzioni Vegetali e
Sostenibili) - Area Protezione Sostenibile delle Piante e
degli Alimenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
di Piacenza.
Il “DNA barcoding” è una metodica che consente l’identificazione delle specie attraverso l’analisidi specifiche sequenze di DNA, considerate come veri e propri marcatori molecolari (o DNA barcodes) (Hebert et al., 2003; Frézal&Leblois, 2008). La tecnica, proposta per la prima volta nel 2003 dal ricercatore canadese Paul Hebert per la classificazione degli organismi invertebrati marini,ha successivamente trovato grande applicazione pratica anche nel riconoscimento di macro-contaminanti animali rinvenuti nelle derrate alimentari, non identificabili con le classiche analisi morfologiche in quanto deteriorati dalla lavorazione e dallo stato di conservazione dell’alimento (Panini et al., 2012).
L’albergo diffuso è un modello di offerta di ospitalità ai turisti, ma non solo, presente da parecchi anni anche in Italia. Un albergo diffuso è a tutti gli effetti “una struttura ricettiva alberghiera gestita in forma professionale con unità abitative dislocate in più edifici separati e preesistenti” www.alberghidiffusi.it. Permette di soggiornare in edifici di pregio di centri storici abitati, ad esempio di vivere a contatto con la comunità locale e di avere a disposizione anche servizi alberghieri come la prenotazione centralizzata, bar e ristoranti. Non si tratta di un albergo “verticale” ma di tanti edifici dislocati sul territorio.
L’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi riconosce varie tipologie di ospitalità che possono ricadere sotto la denominazione “albergo diffuso”:
- paese albergo,
- residence diffuso,
- albergo diffuso di campagna.
Il “DNA barcoding” è una metodica che consente l’identificazione delle specie attraverso l’analisidi specifiche sequenze di DNA, considerate come veri e propri marcatori molecolari (o DNA barcodes) (Hebert et al., 2003; Frézal&Leblois, 2008). La tecnica, proposta per la prima volta nel 2003 dal ricercatore canadese Paul Hebert per la classificazione degli organismi invertebrati marini,ha successivamente trovato grande applicazione pratica anche nel riconoscimento di macro-contaminanti animali rinvenuti nelle derrate alimentari, non identificabili con le classiche analisi morfologiche in quanto deteriorati dalla lavorazione e dallo stato di conservazione dell’alimento (Panini et al., 2012).
L’albergo diffuso è un modello di offerta di ospitalità ai turisti, ma non solo, presente da parecchi anni anche in Italia. Un albergo diffuso è a tutti gli effetti “una struttura ricettiva alberghiera gestita in forma professionale con unità abitative dislocate in più edifici separati e preesistenti” www.alberghidiffusi.it. Permette di soggiornare in edifici di pregio di centri storici abitati, ad esempio di vivere a contatto con la comunità locale e di avere a disposizione anche servizi alberghieri come la prenotazione centralizzata, bar e ristoranti. Non si tratta di un albergo “verticale” ma di tanti edifici dislocati sul territorio.
L’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi riconosce varie tipologie di ospitalità che possono ricadere sotto la denominazione “albergo diffuso”:
- paese albergo,
- residence diffuso,
- albergo diffuso di campagna.
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